Aborto, il bavaglio a Roccella. La ministra messa a tacere. La difesa di Mattarella. Meloni: «Ignobile show»

Caos agli Stati generali della Natalità: la ministra se ne va

Venerdì 10 Maggio 2024 di Emilio Pucci
Aborto, il bavaglio a Roccella. La ministra messa a tacere. La difesa di Mattarella. Meloni: «Ignobile show»

«Sul mio corpo decido io».

Ed ancora: «Vergogna, vergogna». Mentre si apprestava a prendere la parola agli Stati Generali della natalità all’auditorium della Conciliazione a Roma la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, è stata contestata da un gruppo di studentesse. Cartelli esposti, urla, fischi, «fuori i pro vita dai consultori».

Roccella, dal Salone del Libro alle proteste in Puglia. Tutte le contestazioni contro il ministro di FdI

«Nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, è per questo che siamo qui perché oggi le donne non decidono liberamente se possono avere figli», ha provato a replicare l’esponente del governo. Attimi di confusione: «Non so se posso intervenire, ci provo. Non posso?». La protesta è andata avanti e la ministra allora è andata via senza intervenire, tra i cori contro dei manifestanti. La loro tesi: questo esecutivo «nega il diritto all'aborto, minaccia l'esistenza dei consultori e dei luoghi di prevenzione» attraverso l'introduzione di «misure volte alla chiusura degli stessi» e con l'assunzione di «personale proveniente da realtà anti abortiste che non rispecchiano le nostre esigenze». 


LE REAZIONI
Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità ha sottolineato: «Questo è un evento organizzato da una fondazione, non è convocato dal governo, ci dispiace perché qui con noi ci sono tanti ragazzi delle scuole, ma non saremo certo noi a cacciarvi». Per poi stigmatizzare l’accaduto: «Un segnale brutto, prendiamo le distanze». Era già arrivata l’irritazione della premier Giorgia Meloni anche contro chi ha organizzato il convegno, «mi dispiace molto», ha detto il presidente del Consiglio, «solidarietà alla ministra». Un messaggio fortissimo è arrivato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha telefonato alla ministra per la Famiglia per sottolineare la sua vicinanza: «Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione», il messaggio. Un segnale di una reazione netta.

«Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali - Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “stampa militante” avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l'atto di censura», ha scritto Roccella su Fb. Ed ancora: «Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l'evocazione del fascismo che non c'è non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere». Gli studenti autori della contestazione – una quarantina – dopo aver lasciato spontaneamente la sala si sono spostati sul marciapiede di via della Conciliazione, sono stati identificati dalla Polizia. Il Forum va avanti anche oggi, ma le tensioni di ieri hanno fatto sì che i ministri abbiano dato forfait. Il responsabile del Mef Giancarlo Giorgetti ha fatto sapere che «gli è stato sconsigliato di partecipare». E anche Giuseppe Valditara (Scuola) ha fatto ritirare il suo video-messaggio realizzato per l’occasione. In serata, nuovo episodio: occupata Scienze poliitche alla Sapienza.

Video


LE DIVISIONI
Le forze politiche sono tornate a dividersi. Meloni ha criticato i contestatori che «si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee». E ancora: «Lo spettacolo andato in scena agli Stati generali della natalità è stato ignobile». Quanto alle opposizioni l’invito di Meloni «è di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta». Invito non recepito. Per Bonelli (Avs) «contestare è alla base della democrazia». «Bisogna capire le inquietudini», la posizione del Pd. «Non confondiamo il dissenso con la censura», dice la dem Laura Boldrini. «Perché evocare la censura?», si chiede Riccardo Magi (+Europa). Un coro di distinguo. Da cui, per una volta, si distingue in senso moderato Giuseppe Conte, leader M5S, di solito super-barricadero: «Io consiglierei agli studenti la prossima volta di lasciar parlare la ministra e di contestarla pacificamente, anche sonoramente, alla fine». Di tenore diverso la linea dei centristi: «Quello era un luogo di dibattito e se non ti fanno parlare questo invelenisce tutto», dice Carlo Calenda, leader di Azione. E Matteo Renzi, Iv, insiste: «Chi ha impedito alla ministra di parlare ha offeso la libertà di tutti e si è dimostrato quello che è: un violento». Italia viva parla di “cultura squadrista”. Presa di posizione dura anche da parte della Cisl: «Un atto increscioso di inciviltà», dice Luigi Sbarra. Il centrodestra fa quadrato: «Ecco chi sono i veri fascisti», dice Occhiuto, governatore della Calabria. Mentre Tajani e Salvini parlano rispettivamente di «mancato rispetto dei valori della democrazia» e «ennesimo atto di censura violenta». Oggi, agli Stati generali, c’è il Papa. Magari porterà un po’ di pace.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci