Papa Francesco accosta i contraccettivi agli armamenti: «I primi impediscono la vita, i secondi la distruggono». L'intervento agli Stati generali per la natalità

«Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo», dice il Papa

Venerdì 10 Maggio 2024 di Franca Giansoldati
Papa Francesco accosta i contraccettivi agli armamenti: «I primi impediscono la vita, i secondi la distruggono»

Pillola, preservativi, spirali e altri sistemi per non concepire per certi versi si possono equiparatre agli armamenti. «I primi impediscono la vita e i secondi la distruggono».

La condanna morale del Papa rispecchia senza alcuna novità la tradizionale dottrina cattolica contenuta in tante encicliche e viene rispolverata sul palco degli Stati Generali per la Natalità, reduce dalle polemiche con la ministra pro-life Eugenia Roccella. Bergoglio riferisce che in questo momento i business che danno più introiti sono le fabbriche di armi e quelle farmaceutiche che producono gli anticoncezionali. «E questi sono gli investimenti che danno più reddito; è brutto». La platea dell'auditorium lo applaude diverse volte mentre legge un lungo discorso intervallato da incisi, ricordi, intermezzi a braccio. 

«Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa» ha sottolineato Francesco. 

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Della contestazione alla ministra Roccella avvenuto ieri mattina Francesco non ne fa direttamente alcuna menzione, contrariamente a Gigi De Palo, il presidente della Fondazione sulla Natalità che si concede una strigliata pubblica. «Quella contestazione da parte di un gruppo piccolo di agitatori ha fatto molto rumore. La giornata di ieri è stata difficile ma non voglio parlarne troppo. Dico che siamo stati abbandonati dalle istituzioni che non si sono degnate di una parola di solidarietà a questo evento, come se ci fosse persona di serie a e di b. Come se fosse più importante cogliere la parola a un ministro e non a una mamma o a chi da la vita, come noi, per un ideale».

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Il calo della natalità deve essere affrontato con «lungimiranza» ripete il Papa. «A livello istituzionale, urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine». A suo parere c'è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché «le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni». Per questo bisogna «porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell'impossibilità di acquistare una casa».

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L'appello a lavorare uniti per contrastare la denatalità è rivolto a tutti, destra e sinistra. Il Papa dice chiaramente che la «vita umana è un dono, non un problema». In passato, osserva, «non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società»

L’egoismo che rende sordi: «anestetizza il cuore, fa vivere di cose, senza più capire per cosa; induce ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene. E le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano cagnolini e gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici» ha concluso il Papa.

Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 23:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA