«Invitate sconosciuti con un "codice amico" così non pagano il ticket»: il Comune denuncia il sito dei furbetti

Sabato 4 Maggio 2024 di Michele Fullin
Ticket a Venezia: denunciato un sito web

VENEZIA - A Napoli c’è l’uso del “caffè sospeso”, che un avventore paga al bar a favore di uno sconosciuto, di solito uno al quale anche un misero euro può far comodo per tirare avanti. A Venezia, città che da una settimana ha introdotto una tassa di 5 euro per i turisti giornalieri non pernottanti, qualcuno ha inventato una sorta di “amico sospeso”. 
Partendo dal fatto che un residente può invitare amici e conoscenti generando un “codice amico” con il quale ci si può registrare gratuitamente sul sito gestito dal Comune di Venezia e ricevere un voucher valido per la giornata, qualcuno ha pensato di creare un sito Internet per consentire ai veneziani di invitare perfetti sconosciuti. Il sito si chiama www.nocda.com ed è un contenitore nel quale sono raccolti i codici-amico donati dai residenti che evidentemente non sono d’accordo con questa misura.

Ci sono due sezioni, una per donare, l’altra per prelevare. Entrare è facilissimo: si preleva il codice e con quello si entra nel portale comunale e si scarica il voucher di esenzione. Semplice e geniale. Peccato che il Contributo d’accesso (così si chiama la tassa per i turisti giornalieri, istituita dal parlamento con la Legge di Bilancio del 2019) sia appunto una tassa e il gesto di “donare amicizia” sia oltre che un atto di protesta, anche un qualcosa che incentiva e consente l’evasione.

Ragion per cui la Città di Venezia ha dato mandato ieri sera all’Avvocatura civica di sporgere denuncia alla polizia postale per fermare questo scambio nonché perseguire chi lo ha ideato e anche chi lo ha diffuso.
E qui entra in gioco il network Venessia.com, comunità virtuale (ma anche reale) la cui sola pagina Facebook vanta circa 100mila associati stabili e milioni di contatti in tutto il mondo. È proprio attraverso Venessia.com, social network nato all’inizio dei Duemila, quando Mark Zuckerberg non era ancora maggiorenne, che in una sola giornata il sito Nocda.com ha raccolto centinaia di codici in grado di invitare (alle 20 di ieri sera) oltre 2mila persone.
«Questa volta non è farina del nostro sacco, mi spiace - risponde Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com, la cui contrarietà al ticket non è un mistero - tra le migliaia di mail che riceviamo, ne abbiamo vista una di una persona che non conosco, la quale indicava questo sito e la possibilità di invitare amici sconosciuti. E abbiamo diffuso. Per noi far pagare non è la soluzione ai problemi portati dal turismo di massa. La città dovrebbe essere chiusa quando si raggiunge una soglia critica di turisti. Farli pagare non ha risolto nulla, finora». La tassa è in applicazione dal 25 aprile e in nove giorni ci sono state 163mila 155 registrazioni con pagamenti (quindi turisti non residenti in Veneto, non pendolari per studio o lavoro, non nati o residenti a Venezia), per un totale di quasi 816mila euro. Un incasso superiore ai 700mila che il Comune aveva previsto a bilancio per tutti i 29 giorni di sperimentazione.
«Posso comprendere gli esposti sulla privacy - commenta l’assessore ai Tributi del Comune di Venezia, Michele Zuin - posso comprendere le proteste con il finto passaporto, ma sicuramente non si può fare una cosa del genere.

Così ci si mette contro la legge. È un tributo, non denunciare sarebbe una follia. È la conferma che il Contributo d’accesso sta funzionando e che c'è una parte della gente, anche residenti, a cui questo dà fastidio. Si tratta di un atto grave teso a consentire di fatto l’evasione di quello che è classificato come tributo stabilito secondo una norma votata dal Parlamento. L’ambito delle esenzioni - conclude l’assessore - è una competenza del Consiglio Comunale e nella fase di valutazione della sperimentazione del contributo di accesso saranno sicuramente valutati anche comportamenti distorti rispetto agli obiettivi prefissati».

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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