Quella che aspetta l’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone sarà un’estate di passione proprio nel comparto più in crisi di tutti: la Radiologia d’emergenza e la sua “sorella” ordinaria.
COLLO DI BOTTIGLIA
È bene fare un passo indietro per inquadrare a fuoco il problema. L’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ha bisogno di appaltare ai privati (cooperative, di solito) il servizio di radiologia d’emergenza di notte e nei festivi in Pronto soccorso. L’operazione serve a liberare radiologi da utilizzare invece nell’attività ordinaria per garantire almeno un po’ più spesso il rispetto delle attese e lo smaltimento del lavoro enorme che è rimasto indietro nonostante la cessione alle cliniche di parte delle prenotazioni. Ma gli ostacoli sono diventati subito chiari. «L’organizzazione della gara d’appalto - spiega oggi il direttore generale Giuseppe Tonutti - richiede molto tempo e non è ovviamente immediata. Ci vorranno diversi mesi». Logico pensare, quindi, che dovrà passare almeno tutta l’estate e una parte dell’autunno. La seconda difficoltà, invece, sarà dettata da un fattore che accomuna ormai tutti, pubblico e privato in questo senso non sono così diversi. Anche le cooperative, cioè i soggetti che poi partecipano alle gare d’appalto, fanno fatica a trovare radiologi pronti ad essere impiegati. Un attore individuato, ad esempio, avrebbe disponibilità solamente per novembre. Un quadro decisamente a tinte fosche per l’ospedale di Pordenone.
IL RIMEDIO
Nel frattempo la situazione della Radiologia sta peggiorando. O meglio, non è mai migliorata nonostante i ripetuti tentativi di metterci una pezza. Si deve quindi ricorrere a soluzioni di pura emergenza. «Nel frattempo - ha spiegato sempre il direttore generale dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, Giuseppe Tonutti - abbiamo già individuato chi potrà coprire i turni con un servizio di guardia». Si parla sempre dei turni di notte e dei festivi nella Radiologia del Pronto soccorso di Pordenone, al Santa Maria degli Angeli. Si tratta di altri “gettonisti”, cioè medici di libera professione che vengono assunti ad un costo superiore del 30 per cento rispetto al normale dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. La stessa Azienda che ora guarda anche al mercato extraeuropeo per provare a rattoppare laddove è possibile. Uno dei bacini di ricerca in questo caso è l’Argentina. Una soluzione già praticata ad esempio nelle case di riposo del territorio per quanto riguarda la ricerca di infermieri e operatori sociosanitari. La necessità riguarda al momento almeno tre o quattro radiologi per coprire i turni di emergenza in Pronto soccorso di notte e nei festivi.