Cambiamento climatico, l'allarme in Friuli Venezia Giulia: coltivazioni e fauna a forte rischio

Entro la fine del secolo in pericolo anche mais e vigneti che non avranno acqua sufficiente per poter sopravvivere

Venerdì 19 Aprile 2024 di Marco Agrusti
Cambiamento climatico, l'allarme in Friuli Venezia Giulia: coltivazioni e fauna a forte rischio

Più che il dato sul cambiamento climatico in sé, i cui connotati sono ormai messi a referto dalla maggioranza della comunità scientifica - anche locale - a spaventare sono le previsioni sugli impatti che la grande svolta del clima potrà provocare in Friuli Venezia Giulia. E il rapporto, firmato dall’Arpa regionale, parla apertamente di due scenari drammatici ma non ancora irreversibili: l’estinzione o lo spostamento verso Nord della fauna tipica dell’arco alpino e il possibile addio alle coltivazioni che il Friuli Venezia Giulia l’hanno fatto grande in Italia e nel mondo. 


Specie in estinzione in Friuli Venezia Giulia

Un’intera sezione del lavoro elaborato dall’Arpa del Friuli Venezia Giulia è dedicata all’impatto dell’innalzamento delle temperature sull’arco alpino della nostra regione. E un paragrafo parla chiaramente di «alto rischio di estinzione delle specie di montagna». Quindi anche i lupi, gli orsi, la lince


Tutti gli animali che al freddo trovano il loro habitat naturale e che il Friuli Venezia Giulia da qui alla fine del secolo rischia di perdere, al pari ovviamente della flora tipicamente alpina, che non resisterebbe a lungo di fronte a un riscaldamento sensibile degli inverni in quota. L’altro scenario è quello che prevederebbe lo spostamento verso Nord di questi esemplari, per trovare condizioni ancora accettabili.

Verso Nord in questo caso significa migliaia di chilometri. Quindi addio al Friuli, in poche parole. 


Cosa può succedere da qui al 2100

Ma in pericolo non c’è solamente la montagna con le sue terre alte. Diversi studi allegati al rapporto dell’Arpa, infatti, certificano come da oggi al 2100 le cose potrebbero andare molto peggio anche in pianura, a patto che non si intraprenda una politica coraggiosa volta al taglio delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. 
«Per l’effetto dell’aumento della temperatura media sulla vegetazione, si osserva anche una maggiore richiesta di acqua con un aumento dei giorni in cui le coltivazioni subiscono uno stress idrico che è necessario compensare con una maggiore irrigazione», si legge in uno stralcio del rapporto. E ancora gli eventi estremi


«Precipitazioni giornaliere molto intense, che si ripresentano raramente con tempi di ritorno di decine o centinaia di anni, possono determinare eventi alluvionali importanti. Per il futuro i modelli climatici utilizzati indicano come, per le stesse località e per gli stessi livelli di precipitazione analizzati negli esempi storici, i tempi di ritorno delle piogge estreme potrebbero diminuire». Quindi eventi estremi molto più frequenti. 

Gli effetti sull'agricoltura

E il contraccolpo si sentirà anche in uno dei settori più importanti per l’economia della nostra regione: l’agricoltura. A partire dagli scenari climatici per l’intero XXI secolo, generati tramite modelli atmosferici, sono stati valutati gli impatti su alcune colture economicamente rilevanti per la regione Friuli Venezia Giulia: il mais e la vite. In caso di «sicuro e considerevole riscaldamento», la produzione del mais in Fvg diminuirà sistematicamente, nonostante l’aument odelle irrigazioni richieste per evitare eccessivo stress alle piante. Per la vite, in caso di moderato aumento delle temperature, tutte le fasi fenologiche manterranno l’attuale calendario annuale. Al contrario, nell’eventualità dello scenario peggiore è atteso un progressivo arretramento delle date corrispondenti agli stadi evolutivi delle piante e dei frutti, con anticipi prossimi ad un mese per la fine del secolo. 
In allarme anche il settore degli allevamenti bovini. «Per il futuro si può, purtroppo, ipotizzare un aumento delle problematiche dello stress da caldo poiché alleveremo bovine sempre più produttive, ma molto sensibili al caldo estivo», è la conclusione a cui giungono gli studiosi sulla base dei modelli climatici. 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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