Turetta, la vita in carcere tra il nuovo compagno di cella e le visite dei genitori. «Non ha ancora ripreso gli studi»

Turetta, rimasto a lungo nell'infermeria, è stato spostato in una normale sezione del penitenziario veronese

Venerdì 2 Febbraio 2024
Turetta, la vita in carcere tra il nuovo compagno di cella e le visite dei genitori. «Non ha ancora ripreso gli studi»

Filippo Turetta legge i romanzi della biblioteca del carcere, ma non ha ripreso in mano i libri dell'Università. Nella data che ha visto il conferimento della laurea alla memoria a Giulia Cecchettin, l'ex fidanzata che uccise con una ventina di coltellate, il 22enne padovano ha trascorso un altro giorno come i tanti passati dal 25 novembre scorso, quando si sono aperte per lui le porte del carcere di Montorio.

 

Il nuovo compagno di cella

Turetta, rimasto a lungo nell'infermeria, è stato spostato in una normale sezione del penitenziario veronese: è un 'detenuto ordinariò, rinchiuso con un altro compagno di cella, non più l'uomo che la direzione gli aveva messo accanto in infermeria per evitare eventuali atti suicidari.

E ha gli stessi diritti di tutti di altri.

 

I libri

Dalla vasta raccolta della biblioteca di Montorio può leggere i titoli dei romanzi e dei saggi che di volta in volta richiede: le prime letture erano state il romanzo di Puskin «La figlia del capitano», e un giallo di Agatha Christie. Non può invece più giocare con la playstation, cosa che fece tanto discutere, perché la consolle dei videogiochi è una dotazione della sola infermeria.

 

L'università

I testi dell'Università - era iscritto come Giulia a ingegneria biomedica - invece, non li ha più toccati. All«ateneo non risulta più alcun contatto preso da Turetta con il Dipartimento di Ingegneria. «È troppo presto» dice chi conosce il mondo del carcere. Quasi mai chi è in attesa di giudizio, come Filippo, riesce a riaffrontare gli studi. Serve scatti »quel click« che di solito avviene quando il recluso capisce di dover affrontare la condanna dopo il processo.

 

Il futuro

Chi è in attesa di giudizio «aspetta», non entra «in una logica di progettualità». Quando inizia a scontare la pena, invece, «deve dare un senso alla detenzione». Allora, assieme agli operatori del carcere, agli psicologi, può entrare in un progetto di lavoro o di studi. Cosa che per diversi condannati diventa il primo approccio con un livello di istruzione superiore. A Turetta mancavano tre esami per la laurea, quella che Giulia stava invece per affrontare, e che l'avrebbe probabilmente allontanata da lui in modo definitivo.

 

I genitori

'Radio carcerè non racconta molto altro di Turetta. I genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, non l'hanno mai lasciato solo. Continuano a vederlo presentandosi a Montorio nei turni di vista previsti per la sua sezione. Tempo addietro si era sparsa la voce che, dopo il traumatico incontro del 3 dicembre, la famiglia non si fosse più presentata per i colloqui. In realtà le autorità carcerarie hanno fatto scendere il silenzio sulla vita e sulla privacy del detenuto ordinario Filippo Turetta.

Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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