PADOVA - ll questore della Provincia di Padova, Marco Odorisio, ha emesso 17 Daspo (7 della durata di dieci anni di cui sei con obbligo di firma per 10 anni, 5 della durata di cinque anni di cui quattro con obbligo di firma per tre anni e cinque Daspo della durata di due anni), nonché 12 fogli di via obbligatori della durata di 4 anni nei confronti degli ultras catanesi coinvolti nei fatti avvenuti allo Stadio Euganeo lo scorso martedì 19 marzo, mentre si disputava la partita di calcio tra il Calcio Padova ed il Catania.
LA MORTE DELL'ISPETTORE RACITI
Dalle istruttorie della Digos e della Divisione della Polizia Anticrimine si è riscontrato come tre ultras catanesi arrestati per i disordini e destinatari dei provvedimenti di Daspo sono risultati essere stati già coinvolti nei gravi incidenti del 2 febbraio 2007 presso lo Stadio “A. Massimino” di Catania in occasione del derby Catania-Palermo durante i quali fu ucciso l’Ispettore Capo della Polizia di Stato Filippo Raciti. Sul punto il questore evidenzia come «occorre una riflessione in quanto persone già condannate per reati specifici e destinatarie di provvedimenti di Daspo in caso di gravi recidive come gli episodi accaduti martedì sera allo Stadio Euganeo, dovrebbero essere destinatari di provvedimenti interdettivi a tempo indeterminato».
I DASPO
I 17 provvedimenti di Daspo hanno riguardato gli 11 arrestati protagonisti dell’invasione di campo, nonché 6 altri ultras catanesi filtrati alla Stazione ferroviaria di Padova nella serata di martedì prima di prendere il treno per Catania e trovati in possesso di fumogeni, petardi e una bomba carta.
IL CATANIA: ACCETTIAMO LA SQUALIFICA, CONDANNIAMO LA VIOLENZA
Il Catania Football club «accetta la sanzione comminata dal Giudice sportivo in seguito ai disordini registrati allo stadio Euganeo» di Padova e, pertanto, «non presenterà ricorso» contro il provvedimento che dispone la chiusura delle porte dello stadio Angelo Massimino per il ritorno della gara di Coppa Italia di Serie C con il Padova, in programma martedì 2 aprile. Lo annuncia la società etnea sui propri canali social sottolineando di «volere ispirare la comunità di Catania e consentirle di essere orgogliosa dei valori del club, che in questo caso incidono profondamente sulla nostra scelta». «Il primo di questi valori - spiega il Catania Fc - è il rispetto che nutriamo per le istituzioni, per le Forze dell'ordine che generosamente si prodigano affinché tutti possano partecipare alla festa dello sport, per tutte le persone offese dal teppismo e per i tifosi rossazzurri amareggiati, per le famiglie che vogliono vivere lo stadio con gioia e spensieratezza, per le regole e per il calcio. «Oggi, pur nell'assoluta certezza di aver fatto tutto ciò che può essere richiesto a una società sotto l'aspetto comportamentale e organizzativo - osserva il Catania Fc - rinunciamo a un nostro diritto per condannare concretamente la violenza, per offrire l'esempio con un segnale forte e chiaro, per dare un motivo d'orgoglio a chi vorrà apprezzare questa scelta etica: con coraggio, andiamo incontro alle conseguenze sportive ed economiche della responsabilità oggettiva configurata dal Giudice sportivo».