C'era una volta l'ottobrata romana. Giornate soleggiate e temperature miti che da sempre ci illudevano di vivere più una seconda estate che l'inizio dell'autunno.
NUOVE ABITUDINI
Aggiornate dunque i dizionari ma anche le abitudini. Ecco allora che il ponte dei morti non è più l'occasione per aprire le case di montagna e assaporare i primi freddi ma sarà più una coda della villeggiatura al mare. Vietato riporre le creme solari perché c'è il rischio di ustionarsi. Romani e non solo hanno già preso d'assalto il litorale. «È possibile prenotare un tavolo per sabato 29?» «No guardi, non c'è un tavolo prima della prossimo fine settimana». È il ritornello che tutti i ristoratori, da Ostia a Sabaudia, passando anche per Fregene ripetono. Qualcuno, al massimo, riesce a mettersi in una lista d'attesa. Qualcuno ripiega sulle scampagnate. Altro che aria di montagna. I romani, come i palermitani, i livornesi e i cagliaritani, sono pronti a mettersi costume e occhiali da sole e sdraiarsi sulla spiaggia. «A chi prenota riserviamo anche una sdraio per rilassarsi un po'», confidano dallo stabilimento Venezia a Ostia. Caldo anomalo a oltranza: nonostante siamo da oltre un mese in autunno e non si riesce ancora a scorgere un cambiamento dell'aria torrida, che avvolgono non solo l'Italia, ma anche gran parte dell'Europa. L'anticiclone africano, dicono gli esperti, non ha praticamente rivali e domina incontrastato sul Mediterraneo centrale e sull'Italia con un ulteriore aumento barico che allontanerà definitivamente la possibilità di pioggia anche dal Nord. Questo significa che di giorno si raggiungeranno facilmente i 26-27°C da Nord a Sud, e in Sardegna e Sicilia, questi valori verranno superati fino a superare anche i 30-32°C nelle zone interne. La differenza con il passato è che le famose ottobrate erano episodi che duravano non più di 4-5 giorni mentre quello in corso risulterà il mese più caldo da quando ci sono le rilevazioni.
L'EMERGENZA
Sull'inverno all'orizzonte c'è già da preoccuparsi. E suona già forte l'allarme per le settimane bianche. Quasi a zero le prenotazioni. Il clima di questi giorni non invoglia certo. E per gli albergatori si prospetta una stagione difficile, simile alla crisi vissuta nell'anno di pandemia da Covid-19. I prezzi delle bollette di luce e gas continuano a salire non solo per le famiglie italiane, ma anche per le attività economiche, gli alberghi e gli impianti sciistici. Purtroppo moltissime strutture ricettive saranno costrette a chiudere per un certo periodo per fronteggiare la crisi energetica, mentre molte altre resteranno aperte a periodo alterni, in base al numero di ospiti che si troveranno ad accogliere. E questo è il caso della Valle D'Aosta, dove alcuni albergatori hanno dovuto adeguare e rivedere gli orari di apertura delle strutture. Anche in Alto Adige gli hotel hanno deciso di abbassare le temperature delle piscine e chiudere qualche sauna per cercare di resistere alla crisi energetica. Intanto, il direttore marketing della società Dolomiti Superski, Marco Pappalardo promette: «La società è intenzionata a prendere un impegno nei confronti dei propri clienti e a fornire il servizio con gli standard di qualità ai quali abbiamo abituato i nostri clienti».
Il clima anomalo di questi giorni ha mandato in tilt anche i negozi di abbigliamento: «Impossibile proporre le collezioni invernali. Abbiamo inserito solo qualche pezzo ma per il resto siamo ancora con i capi estivi».